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Le emozioni della vita prenatale
09/07/2017
Parola agli esperti“I neonati sono esseri umani pienamente consapevoli e in grado di interpretare e sperimentare la realtà che li circonda in modo estremamente raffinato. Non solo percepiscono e comprendono la loro nascita, ma sentono e agiscono mentre si trovano anche nel grembo materno” D. Chamberlain
“Dite ad una donna incinta che il suo bambino sente la sua voce o percepisce il suo amore e lei ne sarà certa” T. Verny
“Il mondo è il mio grembo. Il grembo di mia madre fu il mio primo mondo” R.D. Laing
Prosegue il nostro percorso alla scoperta della vita prenatale. Oggi ci focalizziamo sugli aspetti emotivi della vita uterina.
La madre, oltre ad avere un legame speciale con il suo bambino fin dalla vita uterina, rappresenta il “medium” attraverso cui il piccolo riceve gli stimoli dall'ambiente circostante, sia a livello fisico che emotivo. Infatti, il nutrimento che la madre passa al figlio non è costituito solo dagli alimenti di natura organica, ma anche dai suoi comportamenti, abitudini di vita, emozioni, sentimenti, pensieri, idee, immagini, ideali e valori che vive.
Il feto assorbe quanto gli viene messo a disposizione ed utilizza ciò di cui ha bisogno con abilità e competenza per iniziare a costruire il suo Sè. Egli seleziona, cancella, elabora, assimila, ciò che gli serve compatibilmente alla sua essenza ed alle sue predisposizioni.
Lo stretto rapporto tra feto e gestante con le sue (della madre) emozioni e vissuti (condizionati dalla relazione con se stessa ed il suo ambiente, nonché dal tipo di vita che conduce), influenza il bambino, il quale manifesta precocemente la sua capacità di sentire le emozioni materne e proprie, di elaborarle e rispondervi con un comportamento (vedi articolo del mese scorso sul linguaggio corporeo fetale).
Fondamentalmente, le emozioni materne passano al feto attraverso una comunicazione biochimica: esiste una costante comunicazione tra il cervello della madre e del feto. I vissuti scatenano risposte corporee fisiologiche e ormonali e tali sostanze passano al bambino attraverso la placenta. Il feto è quindi in grado di percepire le emozioni materne sia attraverso segnali chimici, ma anche attraverso la variazione del battito cardiaco della madre, del suo tono di voce, della sua postura, sostanzialmente di quella che normalmente definiamo comunicazione non verbale.
Il bambino prenatale vive nella madre, sente in lei, percepisce in lei ed è ricettivo ai suoi moti interiori.
Provare emozioni è quindi una competenza innata: non “innata alla nascita”, ma ben prima. Già in utero, quindi, il feto è in grado di sentire le emozioni. Citando Soldera (da “Le emozioni della vita prenatale”):
“Le emozioni positive provate dalla madre consentono la messa in circolo, da parte del sistema limbico, delle endorfine: gli ormoni della felicità capaci di favorire in generale la crescita del nascituro e in particolare lo sviluppo del sistema immunitario.
Dall’interazione con l’ambiente il bambino riceve il nutrimento, le impronte e le informazioni, e, attraverso i processi di autoformazione che operano sotto la guida dell’Io, egli plasma, modella, organizza le proprie capacità difensive e di adattamento e struttura la propria vita psicofisica futura.
Non è indifferente se il nutrimento che il bambino riceve dall’ambiente è salubre, puro, ricco e di alto valore nutritivo oppure inquinato, degradato e povero. I risultati saranno comunque sostanzialmente diversi, i bambini saranno diversi, l’umanità sarà diversa.
(…) Quindi, durante la gravidanza, la madre è per il figlio il suo ambiente di vita, il suo mondo, il suo tutto e gli effetti saranno diversi a seconda del suo vissuto e degli atteggiamenti che ha verso di lui. Per questo è auspicabile che la gravidanza sia vissuta conducendo una vita sana, equilibrata, attiva, ma senza eccessi, mangiando in maniera equilibrata e astenendosi da sforzi eccessivi. (…)
Se sono così importanti le emozioni materne per la crescita e lo sviluppo del nascituro, è molto importante che egli abbia, oltre a una sensibilità emozionale, la capacità di vivere una sua dimensione emozionale. Questo anche perché il nascituro è dotato di un cervello e di un sistema nervoso autonomo e di un sistema endocrino diverso da quello della propria madre che può consentirgli di registrare e di elaborare differenti sentimenti, emozioni e stati d’animo. Quindi il vissuto emozionale del nascituro potrà essere quello della madre, ma allo stesso tempo ne potrà differire; inoltre egli, a sua volta, sarà in grado di influire su di lei con la sua energia, con la sua attività ed i suoi ormoni.”
Da questo stralcio, tra le altre cose, emerge come la relazione tra il feto e la gestante sia bi-direzionale: anche il bambino fa la sua parte nel rapporto e, con la sua personalità in nuce, inizia a propria volta ad influenzare il vissuto materno e la reciproca interazione.
Riporto alcuni dati molto interessanti di Gabriella Ferrari, autrice di “La comunicazione ed il dialogo dei nove mesi” (ed. Mediterranee):
“Molti studi confermano che in gestazione esiste, tra madre e figlio, un sistema di contatto intrauterino complesso e ricco di sfumature, che si protrae continuando dopo la nascita. Il feto è un piccolo essere umano, in grado di provare sentimenti ed emozioni, udire, gustare, reagire coerentemente agli stimoli ed interagire con i genitori.
(...) I risultati degli studi e delle ricerche riferiscono che le emozioni della madre si comunicano al nascituro per via empatica mediante un processo d'impregnazione e di trasmissione psichica, ma anche per via ormonale e attraverso il battito cardiaco sin dalle prime settimane di vita: se quest'ultimo, ad esempio, è stato accelerato da una forte emozione, anche il cuore del figlio comincerà a pulsare più velocemente rispetto a prima.
Si riscontrano modificazioni del battito cardiaco, dimostrazioni di gioia, tristezza, rifiuto, un'espressiva mimica facciale ed una coerente gestualità non solo come reazione a tutto ciò che vive la madre, ma anche alle variazioni dell'ambiente immediatamente circostante. Oltre a mostrare di possedere delle preferenze musicali, si è potuto anche appurare come il feto dimostri di gradire o di non amare determinati visitatori familiari evidenziando le stesse simpatie ed antipatie della madre.
In risposta agli stimoli, e in base al loro gradimento, il feto sorride, ammicca con gli occhi, sbadiglia, oppure scalcia, fa le smorfie, o decide di ignorare lo stimolo addormentandosi o girandosi di schiena.
(...) Anche le emozioni gioiose della madre raggiungono il feto: un benefico e rivitalizzante flusso di endorfine viene inviato al figlio ogni volta che essa è felice o lo pensa con amore."
Durante la vita intrauterina quindi il feto pone le basi non solo del suo sviluppo fisico, ma anche di quello psichico ed emotivo. Il bambino nasce con alle spalle una storia intensa, pervasiva e profonda e i vissuti materni, letteralmente, lo nutrono.
Tanto più la madre sarà presente al figlio ed entrerà in comunicazione con lui, tanto migliore sarà l’ambiente di vita per il feto, sia a livello chimico che emozionale. Questo significa che è importante comunicare con il proprio piccolo in utero "nella buona e nella cattiva sorte". Infatti, anche quando la madre prova emozioni spiacevoli e vive situazioni difficili, parlare al bambino, spiegargli quanto sta accadendo e che non è da solo, si è visto essere un fondamentale fattore protettivo per lo sviluppo emotivo del feto.
Se il bambino in utero si sente accolto e considerato come partner attivo nella relazione ed i genitori stabiliscono con lui una prima buona comunicazione già dalla vita gestazionale, il piccolo acquisirà un senso di fiducia in se stesso e nel mondo che non potrà che aiutarlo a stabilire delle buone fondamenta per costruire la propria "casa" interiore e per affrontare le inevitabili sfide della vita.
Nella prossima puntata ci soffermeremo proprio sul bonding prenatale, ovvero sulla qualità del rapporto che viene a crearsi tra la madre e il bambino fin dalla gestazione.
A presto!
Silvia Iaccarino
Formatrice professionale e psicomotricista
Blog: www.silviaiaccarino.it
Pagina facebook: www.facebook.com/percorsiformativi06
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