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Crafter e fisco: amici si può!
28/07/2015
Consigli per le crafterIniziamo da subito con il dire che, una disciplina fiscale specifica che regoli l’attività dell’hobbista in Italia, ancora non esiste! Ma che tutto è più semplice di quanto possa sembrare in primo acchito!
In molti, conoscendo la mia attività di Dottore Commercialista, mi hanno scritta per avere qualche delucidazione in materia di crafter e fisco. Ed eccomi, pronta a chiarire qualche idea al riguardo!
Prima di addentrarmi però nel pieno dell’argomento, vorrei dare l’esatta definizione di “hobbista”:
“E' definito hobbista l'operatore non professionale che non esercita alcuna attività commerciale, ma vende beni in modo del tutto sporadico ed occasionale.”
Dunque, per poter essere considerato hobbista o OPI (Operatore del proprio ingegno), devono essere presenti tre condizioni:
Un hobbista è colui che:
- vende creazioni fatte a mano, frutto del proprio ingegno e creatività, con valore unitario non superiore a 250 euro;
- svolge l’attività creativa in modo occasionale, saltuario e amatoriale e non la gestisce in modo organizzato come fosse un vero e proprio lavoro;
- non supera un volume d’affari, derivante dalla vendita delle sue creazioni, di 5.000 euro l’anno.
Quando sono presenti tutte e tre queste caratteristiche, l’hobbista non deve aprire la partita iva e non deve essere iscritto in nessun albo in quanto non è né un artigiano, né un commerciante.
Per questo, se lo scambio avviene tra privati, l’hobbista o OPI non ha l’obbligo di rilasciare ricevuta fiscale o scontrino.
Se invece, le vendite sono occasionali e vengono fatte ad un altro soggetto con partita iva (es. ad un negozio), ma si tengono comunque al di sotto di un volume d’affari di 5.000 euro l’anno, allora, in questo caso va rilasciata la ricevuta per prestazione occasionale, che altro non è che una ricevuta su foglio bianco dove indicare i propri dati, i dati dell’acquirente, il tipo di lavoro svolto e l’importo della prestazione sul quale bisognerà calcolare il 20% di ritenuta di acconto.
Vendita nei mercatini
L’hobbista può vendere anche nei mercatini. In genere si tratta di mercatini appositamente riservati a venditori senza partita iva. Alcuni regolamenti regionali o comunali però, possono prevedere la tenuta di documenti specifici. Per questo, prima di partecipare ad un mercatino sarà bene informarsi presso il proprio comune o l’ente che organizza l’evento.
Ad ogni modo, sarà bene munirsi almeno di alcuni documenti:
Un’autodichiarazione nel quale si dichiara:
“di esercitare l’attività di esposizione e vendita di proprie opere dell’ingegno a carattere creativo, senza necessità di autorizzazione amministrativa secondo quanto disposto dell’art.4 comma II lettera H del D.L.31-03-1998nr114 ”
Tesserino degli hobbisti (chiedete informazioni negli uffici dei vostri comuni).
Si può partecipare, ovviamente, anche a più mercatini in un anno a patto che non si esca dai requisiti indicati, perdendo la caratteristica dell’occasionalità.
Durante il mercatino i prezzi delle merci vendute devono essere esposti in modo chiaro e non devono includere l'Iva. L'hobbista o il creativo deve rilasciare al cliente una ricevuta non fiscale (I blocchetti di ricevute generiche si trovano nelle normali cartolerie o anche in tabaccheria e vanno compilati con tutti i dati indicati e numerati progressivamente) per tenere traccia del volume di vendite effettuate nell’anno.
Importante da ricordare che in molte Regioni è stato stabilito che non è possibile partecipare a più di un certo numero di mercatini ( la vidimazione del tesserino dell’hobbista serve proprio a dimostrare il numero di mercati a cui si è partecipato).
E le tasse?
Se i compensi lordi derivanti dall’attività di hobbista e\o creativi sono inferiori a 4.800 euro l’anno, e questi sono gli UNICI redditi percepiti, non sarà necessario compilare nemmeno la dichiarazione dei redditi.
Ma se così non fosse, non è possibile generalizzare per l’ammontare delle tasse, perché queste dipenderanno da se si percepiscono altri redditi o meno.
Quindi se avete emesso ricevute di prestazione occasionale, sarà bene rivolgervi ad un collega commercialista, che conoscendo la vostra situazione personale, saprà consigliarvi al meglio.
Vi consiglio comunque di conservare le ricevute fiscali degli acquisti di materiale che fate, perché eventuali tasse da pagare verranno calcolate sulla differenza tra le entrate percepite e le spese sostenute.
Superato poi, il limite di 5.000 euro di volume di vendite annuo, o nel caso l’attività di hobbista diventasse abituale ed organizzata, sarà necessario aprire la partita iva come artigiana e effettuare tutti gli adempimenti fiscali previsti dalla normativa.
Dott.ssa Giuseppina Manzo
Dottore Commercialista e Revisore legale;
Mamma, moglie e "project mammager" di Bebuù
Profilo facebook: www.facebook.com/GiusyBebuu
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